Recensioni

“Ideogrammi di vita quotidiana”

Fabrizio Bonanomi, insegnante ed operatore shiatsu, studioso di medicina e filosofia cinese e già autore/coautore di diversi testi sull’argomento, qui si rivolge a qualsiasi tipo di lettore, partendo da un’idea originale. Già nel titolo, l’autore esprime l’intento del libro, e cioè quello di illustrare alcuni ideogrammi relazionandoli a racconti di vita quotidiana, per poter rendere semplice e immediato l’incontro con la cultura cinese sia ai “profani” che agli interessati o studiosi dell’argomento.
Quindi, ideogrammi cinesi, riguardanti significati universali come spirito, uomo, umanità, cuore, proposito, ecc, inseriti in sette racconti che ci presentano diversi personaggi, luoghi e situazioni a noi familiari. Sì, perché i racconti non si ambientano in una Cina tradizionale, come magari ci si aspetterebbe, ma nell’Italia contemporanea, attingendo dalle esperienze personali e autobiografiche dell’autore. Quasi come a voler mettere in relazione culture ed ambiti opposti, ma che poi si rivelano complementari, come nel rapporto che si crea tra yin e yang, approfondito in alcuni passi del testo.
Ma perché in ogni racconto ci vengono presentati due personaggi principali, ognuno col proprio bagaglio di esperienze personali, che ad un certo punto intrecciano le loro vite, in un rincorrersi di flash back temporali? Forse perché, come dice la frase di chiusura del racconto “Cloud e Maria Silvia”: “L’uomo è un animale sociale, necessita di relazioni per fissare la propria cultura; l’ideogramma wén [traducibile come linguaggio, letteratura, cultura] ha infatti in sé due linee che si intrecciano”.
Interessante come, all’interno dei racconti, si possano dunque trovare alcune risposte sulle scelte dell’autore in merito a questo testo, oltre che naturalmente a quesiti su temi e riflessioni universali.
L’ultimo racconto si chiude infatti con la frase: “Propositi, riflessioni, relazioni, rapporti umani, trasparenti, senza aloni o macchie sullo specchio dell’esistenza. Se non “qui ed ora”, quando?”. Potrebbe anche essere letta come uno dei propositi che ha mosso l’autore alla stesura di questo libro, concludendolo con uno dei concetti alla base della filosofia orientale e proprio anche dell’arte dello shiatsu: il “qui ed ora”.
Descrizioni dettagliatissime di personaggi, oggetti, ambienti (qualche volta fin quasi alla leziosità) possono dare l’idea di un tempo “sospeso”, di una lettura “rallentata”, piacevolmente in contrapposizione con l’eccesso di velocità di cui soffre la nostra società… Ma perché, dicevamo, interessarsi ed approfondire il significato di alcuni ideogrammi cinesi? “Le culture millenarie celano grandi misteri; la cinese insegna la misteriosa grandezza delle cose che non appaiono, della saggezza che ha basi nel non avere, nel non apparire, nel non essere”.
Nelle parti dei racconti in cui viene data spiegazione del significato degli ideogrammi, si coglie forza e pienezza, che sostengono e pervadono l’intero libro, seppur non continuativamente. La grande conoscenza dell’autore in merito a filosofia e cultura cinese si riversa assolutamente in queste parti, donando loro grande intensità.
Valentina Pasqualini

 

“Introduzione al Pensiero e alla Medicina Classica Cinese”

Dopo aver letto questo libro, anzi, già mentre lo leggevo, ho incominciato a pensare al me stesso di qualche anno fa, studente di Shiatsu del Paleolitico inferiore, che si arrabattava per cercare di capire cosa fossero Yin e Yang andando alla ricerca di testi che erano sempre o troppo o troppo poco. Troppo complessi, troppo orientati agli agopuntori oppure troppo semplici e divulgativi. Magari avessi avuto a disposizione questa “Introduzione al Pensiero e alla Medicina Classica Cinese” di Bonanomi, Corradin, Di Stanislao. Un testo dove quantità e profondità sono perfettamente bilanciate per tutti gli studenti di Shiatsu (e non solo). Tutti gli argomenti più importanti vengono presentati ad un livello tale da non annoiare chi già ne sa o non intimidire il neofita. Viene dichiarata con modestia una “introduzione” ed in effetti conoscendo la profondità e la complessità dei temi trattati sappiamo bene che un libro non basta, ma trovare un testo giusto sul cammino fa una grande differenza. Secondo me questo libro può rinnovare lo slancio nello studio della MTC (o MCC) in chi lo aveva perduto, magari proprio a causa di corsi e libri sbagliati.
Parlando da shiatsuka, posso affermare che la medicina cinese classica non ha creato lo Shiatsu (ma il Tuina) però chi ha creato lo Shiatsu lo ha fatto a partire da un contesto culturale medico e filosofico che è quello cinese classico.
Perfino i colleghi nati sotto la stella dello stile Namikoshi potranno concordare. Mi ricordo quando tanti anni fa intervistai una autorevolissima rappresentante del metodo, già direttrice del Japan Shiatsu College di Tokyo, Matsuko Namikoshi sensei. Mi disse che anche da loro si studiano le basi della MTC nonostante lo stile Namikoshi sia improntato alla fisiologia ed anatomia occidentale. Fa parte delle radici culturali imprescindibili.
Lo studio della MTC è dunque a maggior ragione irrinunciabile per chi studia lo stile di Masunaga (o derivati) che è “energetico” ed utilizza il paradigma concettuale di riferimento estremo orientale, anche se adattato al profilo di una pratica che utilizza soprattutto la teoria dei canali energetici.
Trovo brillante la scelta degli Autori di accostare lo studio etimologico e simbolico dei caratteri cinesi a quello delle teorie e dei concetti che man mano vengono presentati. Ma d’altro canto sono nomi già famosi nel nostro ambiente per la loro competenza.
Sempre durante la lettura si sente una presenza “sostenente”, come se chi scrive ben sapesse quali sono le difficoltà nell’accostarsi a questa materia.
Grande lo sforzo iconografico, infatti dovunque troviamo tabelle, disegni, schemi, rappresentazioni che sono veramente utili alla comprensione dei concetti esposti.
Complimenti dunque agli Autori che bene hanno saputo utilizzare e trasmettere la loro cultura ed entusiasmo per la medicina cinese. Grazie per l’impegno profuso e l’attenzione a che il tutto non fosse solo giusto ma anche bello.
Sia come shiatsuka che come insegnante di shiatsu mi sento dunque di consigliare vivamente a tutti la lettura (e rilettura) di questo libro ben fatto (anche la per la qualità della carta che si tiene piacevolmente in mano).
Daniele Giorcelli

 


 

“I Numeri e l’ordine naturale delle cose”

Questo testo rappresenta un compendio in cui si entra nel “magico” mondo dei numeri che viene proposto dall’autore sotto molteplici punti di vista, da quello puramente matematico, a quello cabalistico, da quello della visione occidentale a quello della visione medio-orientale, da cui si evince la valenza energetica del numero stesso e la sua qualità sia come singolo sia in funzione degli altri numeri che lo compongono.
Il libro è strutturato in quattro capitoli, a loro volta costituiti da una serie di paragrafi.
Nel primo capitolo, dopo una breve carrellata sull’utilizzo dei numeri (dalla matematica, all’associazione a eventi e occasioni, al legame con la sorte, all’esoterismo), l’autore introduce il concetto di numero secondo il pensiero cinese, e cioè “…numeri come visione interpretativa delle Cose del Mondo e delle loro modificazioni nel tempo…”, utilizzo dei “….numeri come chiave di lettura di aspetti razionali e non…”
Dai numeri si passa ad un paragrafo dedicato agli ideogrammi che “…associano ai numeri un carattere descrittivo nell’accezione più ampia del termine e combinano in modo armonico il contenuto descrittivo con quello meramente quantitativo…”.
Segue una sezione in cui vi è un glossario di termini occidentali divenuti oramai figurativi, come simbolo, segno, metafora, mistero, archetipo, emblema, etc.
Si passa poi all’introduzione della MTC e della cultura cinese con cenni storici, definizioni e comparazioni tra MTC e Filosofia. L’autore fa seguire un excursus sulla tecnica di scrittura e sulla calligrafia cinese.
Nel secondo capitolo si entra nel vivo del libro, e cioè nella numerologia e nell’analisi dei singoli numeri: l’autore ci porta con grande maestria nel mondo dei numeri, analizzati dall’1 al 13 e presentati sotto forma di schede sistematiche in cui vengono descritti:
– il nome secondo il sistema di lingua Wade-Giles e il sistema Pin yin;
– l’ideogramma;
– il significato, mettendo a confronto Testi Antichi, Shou Wen, Wieger,
– Wildwer & Ingram;
– il commentario;
– l’aspetto antropomorfo e il punto di vista di altre tradizioni, culture e religioni.
Il terzo capitolo spiega le tre modalità di composizione dei numeri (numerazione Denaria, Dodenaria e Decimale) ed il rapporto tra i numeri e i cicli dettati dalle sinergie del simbolismo numerico. Vengono quindi trattati i numeri in relazione a:
– i Tronchi celesti e ai Rami terrestri;
– il palazzo del Ming Tang;
– il Calendario cinese;
– la Tartaruga Sacra.
Vengono inoltre fatti accenni alla Divinazione e ai Testi Sacri.
Nel quarto e ultimo capitolo l’autore ci erudisce sulla particolare grafia del numero, “…quindi la conseguente logica grafica dei gruppi che naturalmente si formano…” e sul rapporto con i loro radicali, mettendo in luce considerazioni sulla relazione “…fra la matrice dei caratteri cinesi, i radicali, e la matrice della classificazione delle cose, i numeri..”secondo un controllo reciproco come nel modello yin-yang.
Viene poi riservato un paragrafo particolare al numero 5 “…centro della numerazione denaria e nocciolo duro da cui tutto transita nell’ambito del sensibile …”, “…emblema che racchiude in sé la nozione di centro, di luogo di transito e relazione fra gli opposti…”
Segue un paragrafo dedicato alla sinergia macro-microcosmica, uomo ambiente, proposta attraverso il simbolismo dei canali del Ren mai e Dun mai che “…accompagnano l’uomo nella costruzione energetica di sé attraverso il tempo…”, la descrizione dei numeri 24 e 28, gli agopunti rispettivamente dei due canali sopra citati, e la spiegazione della matrice posturale legata alla presenza di Vaso Concezione e Vaso Governatore.
Il libro termina con un paragrafo sul significato della calligrafia di copertina e con la descrizione e il commento dell’ideogramma DAO,”…iniziare un percorso che porta alla comprensione delle cose…”. “Guardare le cose per quelle che sono, ricercare la vera natura delle cose significa comprendere il naturale…..è la riscoperta della coscienza e quindi la scoperta di un altro punto di vista, attraverso il quale è possibile tracciare i limiti di un’altra modalità di vita, una nuova Via, Dao, da seguire”.
Si tratta di un testo ampio nelle trattazioni, apparentemente frammentario perché è la somma di molteplici argomenti di non facile comprensione che richiedono attenzione, presenza e background culturale da parte del lettore. Per queste sue caratteristiche è affascinante e stimolante perché offre punti di vista differenti, numerosi spunti di approfondimento e possibilità di allargare gli orizzonti personali. E’ un libro da custodire gelosamente in biblioteca e da consultare infinite volte.
Concludo paragonando questo testo agli ideogrammi cinesi, utilizzando parole dell’autore stesso che, a mio avviso, descrivono molto bene la sensazione che ho avvertito leggendolo: “…Essi spaziano dal leggendario, allo storico culturale e personale, e portano ad una comprensione sempre più profonda della realtà a cui sono collegati; …il rileggere in fasi successive lo stesso testo …significa riscoprirlo sotto diversa luce interpretativa”.
Federica Spaziani